Imbolc
IMBOLC per il popolo Celtico, Candelora secondo la Stregheria, Lupercalia è una delle quattro Grandi Feste del Fuoco Sacro, e si celebra nella notte tra il 1 ed il 2 febbraio. In questo periodo la luce rinata a Yule comincia a crescere, facendo lentamente germogliare i semi custoditi durante l’inverno nel grembo della Madre Terra. Anche se fa ancora freddo, l’inverno è ormai prossimo alla fine, ed il risveglio della Primavera imminente, per questo a Lupercalia si celebra la prima delle tre feste dedicate alla Fertilità.
Il significato etimologico del suo nome celtico, che si pronuncia Immol’c, trae origine dalla parola celtica Imbolg, il cui significato è “nel grembo”, richiamando così al risveglio della Natura nel grembo della Grande Madre. Una versione meno nota suggerisce un’origine da Imb-folc, ovvero “grande pioggia”, infatti in alcuni paesi di origine celtica questa festa è ancor oggi chiamata “festa delle pioggia”.
Anticamente, soprattutto nei paesi nordici, gli adepti si radunavano in questo periodo intorno al Fuoco Sacro per celebrare Brigit o Brigantia, la Dea della Luce. Conosciuta anche come Dea del Triplice Fuoco, Brigit presedeva l’arte e la fucina, ma anche la guarigione e la conservazione delle tradizioni. In onore della Dea è ancora oggi in uso tra i contadini appendere dei nastri colorati ai rami degli alberi, per esorcizzare la malasorte e le malattie.
Nella cultura druidica si usavano preparare le cosiddette “croci di Brigit”, delle croci a braccia uguali realizzate con rami di nocciolo o più comunemente con paglia intrecciata, legate ai rituali di preparazione della semina. A volte le croci venivano inscritte in un cerchio, a richiamare il Dio Sole. Nel giorno della ricorrenza si bruciavano le croci fabbricate l’anno precedente, che erano state conservate per buon auspicio.
In Italia nei primi due giorni di febbraio si celebrava la dea Februa, purificando i paesi percorrendone i viottoli con torce e fiaccole. Allo stesso modo i Luperci, i sacerdoti del Fauno dell’antica Roma abbigliati solo di pelli caprine, durante i Lupercali percorrevano le strade, percuotendo con cinghie di pelle caprina le giovani donne per propiziarne la fertilità. In latino februare significa proprio purificare; non a caso questo periodo di Lupercalia è un periodo di purificazione sia mentale che fisica.
In questo periodo la vita ricomincia a fluire, in un momento di grande rinnovamento e rinascita nel mondo vegetale, ma anche in quello animale. In questo periodo infatti pecore e mucche sono solite partorire i loro piccoli, iniziando l’allattamento. In onore di questa rinascita è ancora in uso, come lo era un tempo, versare del latte nel grembo della terra in segno di ringraziamento per i doni ricevuti. Anche il termine celtico oimelc, che significa latte, sembra infatti richiamare al nome Imbolc. Sempre in onore di questa rinascita della vita è antica usanza, soprattutto presso le congreghe più tradizionali, di iniziare i loro membri durante questo Sabba.
Lupercalia è anche una delle feste della luce, ed in questa notte fin dall’antichità è usanza accendere grandi falò, allo scopo simbolico di alimentare e rinvigorire il sole che rinasce. Si questo sacro fuoco purificatore è usanza bruciare le decorazioni dell’albero di Yule, per far in modo che gli spiriti malvagi non possano albergare nelle abitazioni. Questa ritualistica ha anche il profondo valore simbolico di bruciare ed annientare le scorie negative dell’inverno passato, lasciando la porta aperta agli eventi nuovi di un nuovo ciclo vitale. Legata al sole è anche l’usanza di accendere dei piccoli lumini galleggianti in uno specchio d’acqua, simboleggiando la Luce Nuova che emerge dalle acque, grembo della Grande Terra.
Imbolc è la celebrazione della femminilità e della sua fecondità: la festa dell’infanzia e della vita e periodo di positività e speranza per il futuro. Anche se l’inverno continua il suo corso si nota infatti in questo periodo il timido affacciarsi della primavera con la comparsa dei primi Bucaneve, fiore simbolo di Imbolc.
Ogni Festa del Fuoco è anche un momento di purificazione, ed in questo caso la purificazione è votata alla protezione della fragile vita appena rinata in un mondo ancora freddo ed ostile, ma che non potrà fermare il ciclo della rinascita.
Il periodo della Candelora fa ancora parte del seguito meditativo e di consapevolezza del cammino del praticante, ma offre nel contempo un importante spunto nella purificazione che aiuta ad allontanare gli influssi venefici accumulati. Tradizionalmente questo periodo vede alcuni piccoli rituali di purificazione mediante la Luce, come ad esempio l’accensione di candele bianche alla luce delle quali praticare la meditazione focalizzata sugli aspetti negativi che si vogliono bandire dalla propria vita.
L’usanza più comune in questa ricorrenza è quella di benedire tutte le candele che verranno poi utilizzate nel corso dell’Anno Stregonesco, tradizione che ha dato il nome Candelora. A questo si aggiunge solitamente la benedizione delle dimore con la rinata luce, girando per le stanze in senso orario con in mano una candela bianca accesa, in modo che possa diffondere la potenza della sua luce nei muri, negli arredi ed in tutti oggetti che vivono con noi.
Un’altra tradizione è quella che i praticanti maschi si rechino in un bosco o in uno spazio aperto per raccogliere un dono per la propria dimora, come ad esempio in sacchetto d’erbe, una penna d’uccello o una pietra, mentre i praticanti femmine hanno solitamente il compito di spazzare fuori dall’uscio le energie esauste dell’inverno trascorso con la propria scopa rituale.
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