Lupercali e San Valentino
In pochi sanno che la tradizione, commerciale più che religiosa, di San Valentino non ha origini cattoliche: ben prima della celebrazione del santo romano infatti, per la precisione nell’antica Roma, nei giorni centrali del mese di febbraio si celebravano dei curiosi e già antichi rituali per propiziare la fertilità: i Lupercali. Il nome di queste festività era in onore del Faunus Lupercus, un’antica e selvaggia divinità boschiva successivamente identificata con il Pan Liceo, protettore dei boschi ma anche dei bestiami e dei greggi. A questa leggenda si unisce e si mescola quella di Juno Februata, ovvero Giunone Purificata: secondo i racconti di Ovidio al tempo di Re Romolo vi fu un lungo periodo di sterilità delle donne romane, che per questo si recarono fino al bosco sacro di Giunone sul colle Esquilino, e qui si prostrarono in supplica.
La Dea promise di ridare fertilità alle donne se queste si fossero fatte penetrare da un caprone sacro. Le parole dell’oracolo lasciarono inizialmente inorridite le donne, finché un Augure Etrusco interpretò le parole nel giusto senso: i Luperci, sacerdoti del Fauno, dovevano sacrificare un caprone nella grotta presso il Colle Palatino dove Romolo e Remo vennero allevati dalla lupa. Con la pelle del caprone avrebbero poi dovuto ricavare delle cinghie con le quali percuotere le giovani donne, che in questo modo avrebbero ritrovato la fertilità.
Molti secoli dopo, nel costante tentativo del cristianesimo di soppiantare ogni ricordo delle precedenti festività pagane, papa Gelasio vietò i Lupercali sostituendoli con la festa di San Valentino, Vescovo di Terni, famoso per essere solito legare in matrimonio le coppie la cui unione veniva negata dall’Imperatore. A causa di questi atti di disobbedienza Valentino venne processato sotto l’Imperatore Claudio II, condannato a morte e decapitato il 14 febbraio del 274 d.c. Il motivo della sua esecuzione, ovvero il voler celebrare l’Amore, fece si che nella cultura popolare Valentino venne nominato santo patrono delle coppie, e quindi il giorno di San Valentino venne considerato il giorno degli innamorati.
Negli ultimi decenni, la crescente popolarità di questa celebrazione la ha trasformata in un fenomeno commerciale, con un giro di affari da miliardi. Come sempre quando il materialismo sfrenato si sostituisce alla spiritualità ed alla tradizione, al crescere della diffusione è cresciuto di pari passo anche un senso opprimente ed un malessere dell’essere, talmente diffuso da venire analizzato anche dagli studi psicologici: parliamo di questo senso di disagio e di come liberarsene nell’articolo dedicato alla Sindrome da Depressione di San Valentino.
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