Giordano Bruno
Io sorgo impavido a solcare con l’ali l’immensità dello spazio, senza che il pregiudizio mi faccia arrestare contro le sfere celesti, la cui esistenza fu erroneamente dedotta da un falso principio, affinché fossimo come rinchiusi in un fittizio carcere ed il tutto fosse costretto entro adamantine muraglie.
Giordano Bruno
Il 17 febbraio dell’Anno Volgare Imposto 1600 in Campo De’Fiori a Roma, nudo, legato ad un palo, con la lingua inchiodata al palato, moriva arso vivo Giordano Bruno. Non ci sono parole bastanti per descrivere questo orrore, questa barbarie, questa assurda blasfemia.
Con il cuore colmo di dolore per una ferita che dopo oltre quattrocento anni non si è ancora chiusa nel cuore degli Uomini Liberi, aggiungo solamente quelle che la leggenda vuole essere state le ultime parole di questo nostro Fratello:
“Tremate più voi nel pronunciare questa sentenza, che io nell’ascoltarla…”
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