Sant’Andrea, gli Strigoi e lo Spirito del Lupo
La Romania è una terra molto particolare, dove il presente cammina fianco a fianco con il passato, e dove tradizioni antichissime vivono perfettamente in simbiosi con la modernità. Questo connubio tra passato e presente si nota anche nella festa, molto sentita, di Sant’Andrei, il discepolo di Cristo che giunse in queste terre intorno all’Anno Volgare Imposto 50. Quello che pochi sanno è che Andrea, in fuga dalle persecuzioni dei Romani, entrò in contatto con i Daci, che accolsero e lo protessero, permettendogli poi di edificare la prima chiesa in territorio rumeno, presso una grotta tuttora esistente.
Questi ottimi rapporti tra la cristianità nascente ed i culti precedenti hanno permesso che questi ultimi non venissero repressi ma perpetrati di pari passo al nuovo culto, come nel caso della festa di Sant’Andrea protettore della Romania, che coincide con la più antica festa pagana del Lupo, spirito protettore del popolo dei Daci. In Romania la figura del santo è molto legata a quella del lupo, infatti leggenda vuole che sia proprio Andrea, durante questa notte che sancisce l’inizio del letargo per gli animali della foresta, a portare personalmente una preda ad ogni lupo. In questa notte inoltre tutti gli animali parlano il linguaggio universale, che può essere compreso anche dall’uomo. Chi dovesse sentire i loro discorsi dovrà però pagarne il prezzo diventando poi sordo all’alba.
Nella tradizione popolare questa è anche la notte degli strigoi, una sorta di morti viventi che in questa notte escono dalle loro tombe per tormentare i vivi compiendo malefici e nefandezze di ogni sorta: distruggono i raccolti, rovinano la bellezza delle fanciulle, fanno impazzire gli uomini, fanno ammalare gli animali, rapiscono i bambini senza battesimo o gli uomini molto cattivi. Per evitare le loro malefatte era, ed è tuttora, tradizione girare le pentole a faccia in giù, seminare in giro pezzi di pane o chicchi di riso, coprire tutti gli accessi alle case e passare stipiti di porte e finestre con dell’aglio per impedire a questi spiriti di entrare. Un’altra usanza è quella di accendere dei grandi falò, dove i giovani vegliano fino all’alba. Prima di recarsi al falò i giovani portano una treccia d’aglio alla vecchia del paese, che esegue il rituale ella Guardia dell’Aglio: le trecce vengono riposte in un covata, un recipiente di legno fatto a mano, poi la strega le veglia alla luce di una candela per tutta la notte. Al canto del gallo ognuno prendeva una treccia e la portava a casa, dove veniva affisso sopra la porta d’entrata. Questo aglio, oltre che proteggere la casa dagli spiriti malvagi e dai mostri, veniva poi usato per i rituali di guarigione, di purificazione e di legamento per tutto l’anno.
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