I Tre Setacci

IL PENSIERO SOCRATICO è un caposaldo della filosofia antica, ma anche l’origine della filosofia moderna. L’influenza di Socrate è ancora viva e potente al nostro tempo, nonostante siano passati più di ventiquattro secoli da quando il sommo saggio ci ha lasciati.
I suoi insegnamenti meritano certamente studi infiniti, ma come tutti i concetti veramente saggi può essere riassunto e ben rappresentato dal racconto che segue: uno dei suoi più celebri dialoghi.
Un giorno, mentre Socrate passeggiava lungo le vie di Atene, un uomo gli si avvicinò con fare agitato.
“Socrate, prestami ascolto: devo raccontarti qualcosa che riguarda un tuo amico…”
“Prima che continui,” lo interruppe il saggio, “hai passato quel mi vuoi dire attraverso i tre setacci?”
“Quali setacci?” Rispose, perplesso, l’uomo.
“Vedi, ogni parola prima d’esser pronunciata dovrebbe essere fatta passare attraverso tre setacci. Il primo si chiama Verità, quindi ti chiedo: quel che mi vuoi dire è certamente vero?”
“In verità, Socrate,” rispose l’uomo “non lo so. L’ho solo sentito dire da altri.”
“Il secondo setaccio” continuò Socrate “ha nome Bontà. Quel che mi vuoi dire è una parola gentile?”
“Socrate, devo confessarti di no.”
“Infine, amico mio, il terzo setaccio: l’Utilità. Mi servirà sapere quel che intendi dirmi?”
“Ebbene, non credo.” “Quindi” concluse il saggio” se quanto volevi dirmi non è certamente vero, non è una parola gentile, né mi sarà di qualche utilità, credo sia meglio tu lo tenga per te.”
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