I Solstizi: le Porte del cambiamento
Un nuovo solstizio d’Estate che, anche questa volta, sconvolge molti di noi. Ogni Solstizio, e questo in particolare, verrà ricordato da molti come una pietra miliare nelle proprie vite. Spesso tutto quello che facciamo, esotericamente parlando, non fa altro che prepararci a questi rari e significativi momenti liminali. Alcuni, ,meno sensibili ed evoluti, passano questi momenti senza nemmeno rendersene conto, presi dalla vita mondana. Per altri invece sono il culmine di una intera vita, ed a volte di interi cicli di reincarnazione ed esperienza.

Le Porte Solstiziali nell’Era Classica
I Solstizi sono sempre stati considerati dei momenti di passaggio, al punto che nelle culture antiche erano chiamati appunto porte Solstiziali: la Porta degli Dei era il Solstizio d’Inverno, mentre il Solstizio d’Estate era la Porta degli Uomini. Quest’ultima era rivolta a Borea, ovvero a nord, mentre la Porta degli Dei era rivolta a Noto, ovvero a sud, questo per richiamare il fatto che nel solstizio estivo il sole è a nord dell’equatore celeste, mentre nel solstizio invernale si trova a sud. Omero nel capitolo XIII della sua Odissea scriveva a riguardo: “Due porte metton ad esso: ad Aquilon si volge l’una, e schiudesi all’uom; l’altra, che Noto guarda, ha più del divino, ed un mortale per lei non varca…”
La trappola del passato
Anche se potrebbe essere difficile, cerchiamo di ricordare cosa abbiamo fatto per il Solstizio un anno fa, o anche due, magari dieci. Molti non riescono a ricordare nemmeno cosa abbiamo fatto lo scorso Solstizio d’Inverno, nel Natale appena passato… Perché spesso siamo troppo presi dai momento, e dalla proiezione che vogliamo per il nostro futuro, da non riuscire a ricordare nitidamente i momenti importanti passati, quelli che ci hanno forgiato come persone. Anche quando li ricordiamo, questi sono “sporcati” da quello che siamo adesso, quindi li rivediamo alla luce di quel che vogliamo, o non vogliamo, vedere. Tutto quel dolore, tutta quella desolazione è troppa, quindi la ridisegnamo nella nostra mente, o la cancelliamo.
Tutta questa “pulizia”, o epurazione del passato, ha deturpato i nostri giorni passati, gettandoci a volte nell’apatia ed alla noia, altre in un falso senso di euforia in cui riempiamo le giornate di impegni o di cose, per non doverci fermare a pensare. Spesso, nella totale mancanza di equilibrio e consapevolezza, passiamo addirittura da uno stato di tristezza profonda a quello di esaltazione euforica in un modo così repentino da lasciarci senza parole. Tutto questo, anche se non lo vogliamo, e se non ne siamo consapevoli, condiziona il nostro presente.
Lasciare andare
Ecco allora, il grande insegnamento, ed insieme la grande possibilità che ci da il Solstizio: se bussiamo alle porte del passato, potremmo scoprire che non c’è nessuno ad aprire. In fondo, non ha nemmeno senso battere i pugni sulla porta, se solo provassimo a pensare a che sollievo, a che liberazione proveremmo se solo lo lasciassimo andare. Ricordandolo per quello che è, ma senza più portarne il peso sulle spalle. Lasciare andare il passato: buttare a terra quel fardello, per poter dischiudere le ali con le quali volare verso un nuovo orizzonte.
Godiamoci questo stato di cose, questo momento in cui ciò che deve andare se ne va, e ciò che deve venire arriva. Non cerchiamo di controllare sempre tutto, non solo perché il controllo è comunque una illusione, ma anche e soprattutto perché blocca la nostra evoluzione.
Che possiate avere tutti uno splendido Solstizio
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