Il Pifferaio di Hamelin tra storia e mito

19 Giugno 2017 at 16:27

Tutti conosciamo la fiaba del Pifferaio Magico: nella versione più recente, pubblicata nel 1857, un pifferaio giunge nella città di Hamelin per liberarla dai topi che la infestano, ma quando gli abitanti si rifiutano di parare la ricompensa il pifferaio strega i bambini con il suo flauto magico e li conduce in un luogo di gioia.
La versione originale del 1812 però non prevedeva un lieto fine: in questa versione i bambini venivano accompagnati dentro una grotta, dove rimanevano rinchiusi per sempre. Solo un bambino zoppo, che per questo non riusciva a tenere il passo degli altri, riusciva a scampare a questo destino.

Quello che in pochi sanno è che, come spesso accade, questa fiaba è ispirata da fatti realmente accaduti: una targa del XVII secolo posta in una casa ad Hamelin, presso Bungelosen Strasse, recita in un tedesco del ‘600 “anno 1284 am dage johannis et pauli war der 26. juni – dorch einen piper mit allerley farve bekledet gewesen CXXX kinder verledet binnen Hamelin geboren – to calvarie bi den Koppen verloren“, ovvero “l’anno 1284 nel giorno di San Giovanni e Paolo, il 26 giugno, un pifferaio in abiti variopinti adescò 130 bambini ad Hamelin che furono persi al calvario del Koppen“.

Il Pifferaio di Hamelin – riproduzione della vetrata della chiesa di Martkirche sul “Diario di Viaggio” di Augustin VonMoersperg – 1952

La terribile storia di 130 bambini rapiti e sacrificati per ragioni tuttora sconosciute si raccoglie nella parola “calvario”, come ancora si chiama la via che porta al monte Koppen: indica non solo il sacrificio dei bambini, ma anche la sofferenza del viaggio che li conduce a quel luogo.
A confermare questa storia come fatto storicamente avvenuto c’è anche la vetrata della chiesa di Martkirche, oggi scomparsa ma riprodotta nel museo cittadino, che raffigurava il terribile evento come a voler canonizzare e beatificare le piccole vittime. Inoltre nei registri cittadini la tragedia ha segnato un nuovo computo “dopo la sparizione dei bambini“, dando chiara testimonianza di come questo fatto abbia segnato in profondità la comunità, al punto che la vita non ha potuto essere più la stessa dopo i terribili fatti accaduti.
Un ultimo riferimento ai fatti di cui parliamo è il divieto assoluto di suonare musica nella via “Senzatamburi”, nella quale ogni corteo e processione interrompe improvvisamente ogni suono, attraversandola in religioso silenzio.

Molti storici e ricercatori hanno studiato questo fatto da un punto di vista storico, considerando varie ipotesi: dalle migrazioni di massa alle epidemie di peste o Corea di Sydenham, una forma di encefalite detta “ballo di san Vito”. Senza nulla togliere a questi studiosi, io preferisco analizzare questi fatti storici dal punto di vista Esoterico: a breve distanza dalla città sorge il massiccio dell’Ith, un massiccio roccioso di circa 25km, coperto da una folta vegetazione, con grotte e sorgenti, dove una località veniva anticamente nominata Coppenbrugge, con una chiara assonanza al nome citato nell’inscrizione già citata.
Il massiccio dell’Ith è un luogo conosciuto fin dall’antichità per i riti pecristiani di stampo Germanico che vi si praticavano, dei quali ci sono testimonianze in studi anche piuttosto recenti, come quello del pastore protestante Jacobi che nel ‘700 lo descriveva così:

“Sul monte Oberberg presso Coppenbrügge c`è un luogo che viene chiamato sin dai tempi antichi Teufelsküche.[…] Si trova sulla cima di Oberberg, in un sito molto boscoso e disseminato di grandi rocce.[…] Tutta l’area mi pareva adatta a rituali di sacrificio e celebrazioni pagane. Pensavo alle tradizioni vive ancora oggi che raccontano di banchetti organizzati dagli adoratori dell’Angelo maligno. Immaginavo i barbari altari germanici nelle radure descritti da Tacito.[…] Mi sembrava alquanto probabile l’opinione degli antichi, che questo luogo fosse un sito superstite della religione pagana. Gli altari blasfemi sono oggi distrutti e scomparsi. Forse l’ha fatto il medesimo re che ha distrutto anche l’Irminsul con le sue belle radure sacre e i santuari.”

La “Cucina del Diavolo” sulla cima del colle Oberberg

Anche le tradizioni orali della zona raccontano come sul colle di Oberberg, alla cui sommità si erge una formazione rocciosa chiamata Teufelsküche, ovvero “Cucina del Diavolo”, fossero soliti radunarsi dei giovani che con il favore della notte si lasciavano andare a balli sfrenati, consumando alcol o droghe naturali e concedendosi trasgressioni sessuali, tutto questo spesso accompagnato dalla musica di un pifferaio.
Tutto il territorio dell’Ith è disseminato di queste formazioni particolari, e questo unito alla bellezza selvaggia e alla foschia spesso presente a causa della conformazione del terreno, dona al monte un’atmosfera magica e misteriosa.

 

Le piste esoteriche

Nel periodo dei fatti citati nel Coppnbrugge si ergeva un castello abitato dai Conti di Spiegelberg. I nobili erano ferventi, e questo nel medioevo significava anche bigotti, sostenitori del Protestantesimo, e si dice mal sopportassero i consessi di pagani nelle loro terre. Secondo lo storico locale Gernot Hüsam i tre Conti, con grande fervore religioso, avrebbero escogitato un piano per vincere la resistenza delle popolazioni della zona alla conversione: assoldando un mercenario od un cacciatore, categorie alle quali ai tempi si affidavano questo tipo di lavori, avrebbero attirato i giovani della città ad un falso consesso pagano in una delle tante grotte della zona, dove poi li avrebbero imprigionati con un crollo studiato, sigillando per sempre l’entrata. Successivamente avrebbero fatto realizzare la vetrata della Chiesa, “santificando” a loro modo i giovani sacrificati alla stregua di martiri cristiani.

La mia personale pista esoterica mi ha portato invece in un’altra direzione, ancora più inquietante: il mese di giugno del 1284 è stato un mese particolare, in quanto oltre al Solstizio d’Estate ha visto un’eclissi parziale di sole nel giorno 15 e soprattutto un’eclissi totale di luna proprio subito il solstizio, il giorno 29. Se pensiamo che in molte tradizioni oscure un sacrificio impiega tre giorni di purificazione prima di poter essere effettuato, mette i brividi pensare a come i bambini siano scomparsi il giorno 26, subito dopo il Sabba di Litha, e dopo altri tre giorni si è verificata un eclissi di luna piena, momento perfetto per un sacrificio rituale.
Seguendo questa teoria anche il numero dei bambini, ovvero 10 volte 13, è significativo: il 10 numero della perfezione e completezza ma anche dell’annullamento di tutte le cose, unito al 13, numero delle lunazioni e numero tradizionale di membri di una congrega, ma anche numero della morte, della metamorfosi e della rinascita.
Tutte queste coincidenze sono davvero troppe per considerarle tali, e lo stesso Jorge Luis Borges diceva “chiamiamo caso la nostra incapacità di comprendere il concatenarsi degli eventi“…

E’ mia opinione, opinione che desidero confermare con ulteriori studi e un viaggio in loco, che qualche congrega dedita a rituali germanici del tipo più oscuro, famosi per sacrifici di sangue, abbiano dapprima invitato i giovani del paese al sabba del Solstizio per guadagnarne la fiducia, per poi attirarli all’interno di una grotta il giorno 26. Qui li avrebbero lasciati al buio, senza cibo ne acqua per tre giorni di purificazione. Infine il giorno 29 avrebbero concluso il rituale sacrificandoli a gruppi sull’antico altare naturale in cima al colle Oberberg.