La Ruota dell’Anno

7 Settembre 2013 at 06:46
Rappresentazione delle 8 festività della Ruota dell'Anno

Rappresentazione delle 8 festività della Ruota dell’Anno

NELLA CULTURA OCCIDENTALE tendiamo oggigiorno a considerare il tempo come qualcosa di lineare, che sorge da un non meglio definito “nulla” ed avanza anno dopo anno, secolo dopo secolo, progredendo in modo lineare verso un lontano e ipotetico regno ultraterreno. Questo concetto, in verità piuttosto recente, è stato imposto dalla cultura imperante allo scopo di rendere coerente il concetto di tempo con il dogma secondo il quale nella vita terrena si nasce con un dato peccato originale, si viaggia per un dato periodo allo scopo di mondarlo e infine si muore andando in un qualche altro luogo, abbandonando così definitivamente questo piano.
Anticamente, quando il calendario si basava sull’osservazione della natura e del moto di Stelle e Pianeti e non su imposizioni arbitrarie, si concepiva invece il tempo come un ciclo continuo, sempre uguale a se stesso ma sempre in qualche modo diverso. Si viveva il ciclo continuo delle stagioni, in cui la vita nasceva in primavera, prosperava nell’estate, sfioriva in autunno e moriva in inverno, per prepararsi ad una nuova rinascita.

Per la Vecchia Religione ogni fine non è che un nuovo inizio, e questo è vero per il tempo e per i cicli naturali, ma anche per la vita e per lo spirito dell’uomo. Tutto questo non per astruse teorie scientifiche, ne tantomeno per principi fideistici: è sufficiente osservare quel che da millenni accade intorno a noi per rendersi conto di come funziona. La Natura detta continuamente i propri cicli, in modo che ad ogni estate segua un nuovo inverno, a ogni plenilunio segua un novilunio. Tutto questo in modo semplice, tangibile, diretto, tutto sotto la luce del sole, e della luna.
Questo ciclo di morte e rinascita è dettato dai ritmi dell’astro solare, manifestazione del Dio dalle Lunghe Corna, per questo non a caso tutte le antiche civiltà dividevano i loro calendari in base a quattro festività che corrispondevano ai solstizi ed agli equinozi. In epoche più recenti, con l’avvento dell’agricoltura, a questa prima divisione se ne aggiunse una seconda, tramite altre quattro festività dette “agrarie”, ovvero semina, fioritura, maturazione e raccolto.

Questa divisione naturale è adottata anche dal calendario sacro della Vecchia Religione e prende il nome di Ruota dell’Anno, la quale viene rappresentata come una ruota con otto raggi, ad ognuno dei quali corrisponde una festività dal nome di Tregenda o Sabba. Ognuna di queste festività porta con sé un bagaglio di tradizioni e rituali, con lo scopo di celebrare gli Dei, la vita e il ciclo delle stagioni. Un Praticante della Vecchia Religione non deve però limitarsi alla semplice celebrazione di queste festività: deve sentirsi parte di questo ciclo naturale, vivendolo in perfetta armonia. Più sarà forte questo legame, più profonda sarà la consapevolezza e la comprensione, e più diretto sarà il rapporto con gli Dei.

Nella Vecchia Religione le otto Tregende si dividono in maggiori e minori. Ai Sabba Maggiori appartengono le quattro Feste del Fuoco Sacro: Samhain, Beltane, Imbolc e Lammas, stabilite in tempi antichi an base alla levata eliaca di alcune stelle facilmente visibili ad occhio nudo. I Sabba Minori sono invece i due solstizi ed i due equinozi, ovvero Yule, Ostara, Litha e Mabon. Samhain e Beltane hanno una particolare importanza, in quanto anticamente rappresentavano l’inizio dell’Inverno governato dal Dio dalle Lunghe Corna e dell’Estate governata dalla Grande Madre.

Nella Vecchia Religione preferiamo il termine Tregende al più moderno Sabba tanto in voga nelle correnti Neo-Pagane e New-Age, a causa dell’accezione negativa della parola, che veniva usata nel periodo della caccia alle streghe per indicare tutte le celebrazioni esterne ai rituali cristiani, come appunto lo Shabbat ebraico. Questo termine è stato travisato a tal punto che la parola stessa evoca spesso immagini terribili alla mente, allontanando il profondo significato religioso e spirituale di queste Celebrazioni.

Festeggiare le Tregende è qualcosa di molto più intimo e personale di quanto ormai si creda, e permette di entrare davvero in comunione con la Natura, con noi stessi e con le Deità.

Il modo migliore per entrare davvero in contatto con tutto questo è sicuramente provare a vivere pienamente la loro spiritualità, attingendo dal ricettacolo di energia universale che trasmettono e lasciandosi alle spalle, una volta tanto, la futile quotidianità che ormai ci incatena.
Di seguito troverai il calendario della Vecchia Religione con le otto Tregende e la loro denominazione secondo la tradizione Celtica, quella più utilizzata, e quella secondo la Vecchia Religione.